17 maggio 2008

Piccolo uomo

Confuso si aggira alla ricerca di una risposta che non trova o che trova, ma non vuole vedere. Non riconosce ciò che gli è familiare e si sente parte di ciò che non gli appartiene. La luce del pomeriggio illumina il suo sguardo, ma non la sua strada. Non riesce a fare ciò che il suo cuore gli ricorda tutti i giorni. Non riesce ad abbandonare la strada che sta percorrendo, probabilmente non lo farà fino a che la strada non sarà finita, non lo farà fino a quando un temporale non lo obbligherà a cambiare. Qualunque altro sentiero potrebbe condurlo a luoghi inesplorati, ma incerti e ricchi di lacrime. Il cuore batte, la mente placa. Il sangue pulsa, la paura rallenta. Le gambe fremono, le scarpe bloccano. Gli occhi guardano lontano, le foglie ostruiscono lo sguardo. Il piccolo uomo è vittima del suo stesso essere, che lo spinge ad andare via e che lo obbliga a restare. Immobile come un pendolo, segna un tempo che ormai non gli appartiene più.

2 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Caro cosma,
ho apprezzato molto il modo con il quale hai descritto questo stato d'animo...quel senso di confusione che ci assale davanti a scelte di vita... Il timore di sbagliare strada impedisce di percorrere il percorso desiderato...
Ma ti chiedo:
E' possibile evitare che le "foglie ostruiscano il nostro sguardo"? E' possibile evitare che la confusione ci allontani dal nostro stesso essere(sempre se crediamo di conoscerlo)?

19 maggio 2008 alle ore 13:13  
Blogger Cosma ha detto...

Cara Lua,
grazie per le parole di apprezzamento.
Vorrei tanto poter e soprattutto saper rispondere alle tue domande, ma la mia piccolezza d’uomo non è in grado di raggiungere la grandezza delle risposte. Quel che sono in grado di dirti è che spesso la nostra anima ci indica una strada che non riusciamo a percorrere con agevolezza, perché fare ciò implica scardinare situazioni esistenti e consolidate, implica indossare le scarpe da ginnastica ed iniziare a camminare invece di lasciarsi trascinare dalla corrente, implica soprattutto lo stravolgimento dei rapporti con alcune delle persone che ci sono vicine e a cui si vuole bene. Nel mondo dei sogni, sarebbe bello poter congelare il momento, seguire la strada alternativa e poi, se le cose si mettono male, tornare eventualmente indietro. Questo purtroppo è possibile solo nella fantasia, la realtà è fatta di quotidianità, di affitto, di lavoro, di relazioni più o meno stabili, di desideri inespressi o inappagati ed è fatta di noi e dei nostri stati d’animo, della nostra voglia di cambiare, dei nostri egoismi, delle nostre rinunce e della nostra instancabile voglia di avere di più. Forse la strada giusta è proprio quella che si sta già percorrendo, forse i percorsi alternativi conducono solo a vicoli ciechi, forse la vera capacità non è quella di saper vedere lontano, ma quella di essere felici per quel che si ha. Questa capacità è però un dono che solo pochi hanno, che solo pochi sono in grado di avere.

20 maggio 2008 alle ore 22:27  

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